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Il Parco nazionale del Pollino, condiviso dalle province di Potenza, Matera e Cosenza, con i suoi 192 565 ettari, di cui 88 650 nel versante della Basilicata e 103 915 in quello della Calabria, è il parco naturale più grande d'Italia. Prende il suo nome dal Massiccio del Pollino.

Il territorio del Parco comprende in tutto 56 comuni, 32 nella Calabria (provincia di Cosenza) e 24 nella Basilicata (22 nella provincia di Potenza e 2 nella provincia di Matera).

 

Il Parco si estende tra il Massicco del Pollino e quello dell'Orsomarso, con vette tra le più alte dell' Appennino meridionale, dalle quali è possibile godere di una eccezionale vista sulla coste tirrenica di Maratea e sul litorale ionico da Sibari a Metaponto. Una caratteristica peculiare di questo ambiente è il rapido passaggio dalla costa alla montagna nel raggio di pochi km; ciò spiega la presenza di specie animali e vegetali di diversa origine. La parte lucana, nel settore meridionale della regione, include il bacino del Sinni ed è formata da estese foreste, pascoli ed aree coltivabili.

Il Paesaggio del Parco Nazionale del Pollino 
Il paesaggio è complesso e si presenta con una rara varietà di ambienti: rocce dolomitiche, bastioni calcarei, pareti di faglia di origine tettonica, depositi morenici, massi erratici ( traccia delle ultime glaciazioni). Sono inoltre presenti numerose sorgenti naturali, piccole cascate e fiumi sotterranei, oltre ad alcuni torrenti, tra i quali il Grido, il Peschiera, il Sarmento e il Raganello. Estremamente suggestive le gole del Raganello, profondo canyon dalle pareti molto ripide formatosi dall' azione combinata dell' erosione fluviale e dei movimenti tettonici.

La flora 
La vegetazione del Parco comprende foreste di leccio, querceti, roverelle, carpini, aceri, ginepri, abeti bianchi, faggete, ma è caratterizzata dalla presenza, alle quote più alte, del pino loricato (pinus leucodermis). Si tratta di una rara conifera di origine Balcanica estremamente longeva, che privilegia i terreni più impervi e le più alte quote ed è diventata il simbolo del Parco. Quest' albero maestoso, che deve il suo nome alla particolare corteccia a scaglie che ricorda la corazza (lorica in latino) dei guerrieri romani, può essere considerato un' autentico fossile vivente, un relitto delle foreste a conifere molto diffuse nel Terziario, relegato alle zone più alte e impervie dall' affermarsi di specie più competitive come le querce e il faggio.
Sui fondi sabbiosi e rocciosi troviamo una vegetazione bassa e rada, la cosidetta “gariga”, con la presenza di numerose erbe aromatiche, come il cisto, il timo, il camedrio arboreo. In Primavera si può assistere al meraviglioso spettacolo della fiuritura, nelle vicinanze dei pianori carsici, di varie specie di orchidee, ranuncoli, narcisi, genziana ecc. Il territorio dei Parco può essere considerto uno straordinario giardino botanico naturale che comprende circa 1700 specie, tra le quali 366 piante officinali. Questa eccezionale abbondanza di erbe aromatiche, da sempre il pascolo per numerose greggi, spiega il delicato sapore dei formaggi e latticini prodotti nel territorio del Parco

La fauna 
La fauna del Parco del Pollino è rappresentata dall' aquila reale, il falco pellegrino, il nibbio reale, il gufo reale, il cinghiale, la salamandra dagli occhiali, la lontra, il capriolo autoctono di Orsomarso, il lupo appenninico. La presenza di rari coleotteri indica la assoluta naturalità dell’ambiente forestale; tra essi la Rosalia alpina, la Osmoderma italica e uno dei coleotteri più rari d’Europa, il Buprestis splendens. Piuttosto rara anche laMelanargia arge, una tra le numerose farfalle presenti sul territorio del Parco. Predilige le zone aride la malmignatta, un ragno rosso e nero dal morso tossico, appartenente allo stesso genere della vedova nera americana. Tra i crostacei il Chirocephalus ruffoi è una specie endemica del Pollino. Nel Parco vivono inoltre due specie di testuggini minacciate: la testuggine palustre, un tempo assai comune in Italia ed ora ridotta a poche popolazioni (qui presente a quote insolitamente elevate per questa specie), e la testuggine comune.

Testimonianze storiche e archeologiche 
Oltre che per i suoi tesori naturali, Il Parco del Pollino merita di essere visitato anche per le sue importanti testimonianze storiche ed archeologiche.
Il territorio è ricco di grotte (molte delle quali ancora inesplorate), alcune delle quali recano i segni del passaggio dell' uomo della Preistoria. Il celebre bassorilievo del riparo del Romito (Papasidero) raffigurante il bos primigenius è solo una delle straordinarie testimonianze della presenza di stanziamenti dediti alla pastorizia sul territorio del Pollino già in Età Paleolita. Sono inoltre presenti sul territorio necropoli preromane, tracce elleniche e romane, ruderi di laure basiliane e monasteri benedettini, castelli, santuari, tipici insediamenti albanesi dalle antichissime tradizioni, antichi borghi.

Sport praticabili

Sul territorio del parco è possibile praticare diversi sport, in particolare l'escursionismo e il trekking. Molto praticato anche il rafting, soprattutto sul fiume Lao (il tratto delle Gole Alte è tra i percorsi più suggestivi), lo sci di fondo nel periodo invernale.

Come arrivare 
Percorrendo l' Autostrada A3 fino al tratto tra le uscite di Lauria Nord, in Basilicata, e Spezzano Terme, in Calabria, è possibile raggiungere numerosi comuni del Parco, collegati dalla S.S. 19.
Dalla Calabria si può percorrere la S.S. 504, che da Scalea porta a Papasidero e Mormanno oppure la S.S. 105, che da Belvedere M.mo raggiunge Castrovillari e Francavilla M.ma. 
Anche la fondovalle "Sinnica" (S.S. 653), raggiungibile dal versante ionico o dallo svincolo di Lauria Nord sulla A3, permette di raggiungere molti dei Comuni del Parco.
Per chi arriva in treno le stazioni più vicine sono: Sapri in Campania; Policoro e Maratea in Basilicata, Scalea in Calabria. 
Gli Aeroporti più vicini dove atterrare sono Lamezia Terme, Napoli e Bari. 

  PARCO NAZIONAlE DEL POLLINO

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